Non è esattamente un atterraggio morbido quella a New Delhi. Solo tre giorni fa ero comodamente spiaggiato in Mozambico circondato da palme, profumi tropicali e persone amichevoli.
Arrivo a New Delhi e già al trasferimento aereo-aereoporto mi aspetta solo smog e nebbia. Aria pesante e irrespirabile. Fila per il visto, timbro sul passaporto, un prelievo al bancomat, faccio un sim card indiana e seguendo i consigli trovati online prendo un taxi prepagato per evitare truffe.
E invece le truffe sono dietro l’angolo. Il tassista mi dice che non conosce l’ostello dove avevo prenotato due notti; io gli do l’indirizzo ma lui non sa proprio dove si trova. In mezzo all’incredibile traffico, tra rickshaw (tuk-tuk) e macchine che suonano il clacson come se fossero in carovana per un matrimonio all’italiana. Mi porta in tre “centri informazioni e agenzie viaggio”. Mi dicono che la strada per arrivare all’ostello è chiusa a causa dello smog e della nebbia. Mi sembra più che strano, visto che non ho ricevuto nessuna email da parte di booking.com. Gli dico che non mi fido di lui e che voglio telefonare all’ostello. La mia SIM indiana non è ancora attiva e quindi chiamo dal telefono fisso del suo ufficio. Mi risponde una persona che non si presenta e non mi dice di essere dell’ostello, ma quando glielo chiedo mi dice che “of course” è la reception dell’ostello, e che si scusa ma la strada è chiusa causa smog e non è raggiungibile nemmeno a piedi. Guardo negli occhi la persona del centro informazioni e gli dico, “grazie ma di te non mi fido” e me ne vado. Avevo letto online di truffe simili, dove tassisti e questi centri informazioni ti propongono altri alberghi con la scusa che Delhi è piena e che è alta stagione. Esco e chiedo al tassista se conosce un ostello nelle vicinanze, ma lui non ci sente e conosce solo hotel 4-5 stelle e agenzie viaggi che possono aiutarmi. Mando a quel paese il tassista dopo avermi portato nella terza agenzia viaggio e entro in un bar, aspettando che la mia sim card si attivi. Una volta attiva risolvo il tutto, chiamando l’ostello e confermando che sono in arrivo. Fermo il primo rickshaw di passaggio e in un’altra mezz’ora nel traffico arrivo all’ostello. In camera sono con un australiano e due ragazze della repubblica ceca che mi raccontano di avere avuto la stessa mia avventura con tassisti e agenzie viaggio. È perfetto che tutto questo sia avvenuto al primo giorno, adesso siamo preparati e sappiamo un po’ meglio come muoverci. Ma è incredibile che sia successo al 100% della camerata…
Non mi sento pronto a restare in una città da 26 milioni di persone dopo la spiaggia e le poche persone che incontravo qualche giorno fa.
Me ne vado subito senza nemmeno vedere la città…quindi ecco qua quella che si può definire la classica sculata: nell’ufficio per stranieri dove si comprano i biglietti del treno conosco due turisti che mi aiutano a prender il biglietto del treno con loro e evito una attesa di almeno 2-3 ore che loro si sono già fatti. In cinque minuti e con circa 2 euro in meno in tasca sono fuori con in mano il mio biglietto per Agra, la città del Uttar Pradesh famosa per il Taj Mahal.
Adoro il treno. Posso leggere, scrivere, chiacchierare, rilassarmi, dormire… Fuori dal finestrino la vita è semplicemente incredibile. Miseria devastante, sporcizia e odore di merda costante molto più forte di quello del profumo delle spezie, del curry o del chai tea.
Arriverò a Agra nel pomeriggio e poi, come sempre, si vedrà.