Luoghi, Persone

Vitoria, donna del mercato

Nessuno arriva al mercato per la prima volta e va a mangiare dalle donne del mercato. Se non ti ci porta qualcuno difficilmente ci arrivi, e la diffidenza non ti aiuterà nell’avvicinarti spontaneamente a un angolo nascosto tra le lamiere delle baracas che può apparire un po’ losco o perlomeno non propriamente un ristorante che passerebbe un qualsiasi controllo igienico-sanitario in una qualunque parte “fortunata” del mondo.

Per arrivare alle donne del mercato bisogna aggirare il venditore di ciabatte infradito e sigarette, passare tra il mercato della frutta e verdura e la baraca di Paulo, che si occupa di ricariche telefoniche, cambio valuta, e chissà che altro e infilarsi tra due pareti di mattoni in un passaggio largo un metro con delle onduline di lamiera malamente appoggiate in cima a creare un tetro arco di benvenuto, e una piccola chicane per lo strettissimo passaggio che fa da ingresso al ristorante del mercato.

È il ristorante che si permettono anche i locali, raramente ci sono turisti che passano di qua, Continue reading “Vitoria, donna del mercato”

Appunti di viaggio, Luoghi, Pensieri

Quando viaggiare diventa difficile

Sono ormai via da casa da più di sette mesi. La strada dovrebbe essere ancora lunga, ma ogni tanto penso che potrebbe essere ancora molto breve. Fisicamente mi sono sempre sentito forte e resistente, nonostante gli acciacchi che il giocare a pallavolo con un schiena di vetro mi ha regalato e che ormai mi porto dietro costantemente. Ma il problema della schiena l’avevo messo in preventivo, perché caricarsi uno zaino da dodici chili e viaggiare non è sicuramente la maniera migliore per risolvere il problema. Invece la schiena sta reggendo benissimo nonostante le ore passate compresso in cuccette piccolissime tra treni e autobus, oppure ostelli con materassi inesistenti o duri come il cemento, letti con doghe che non esistono o gli shock termici dovuti all’aria condizionata che mi fa pensare di dormire in cima al Monte Bianco, mentre in realtà appena esco dalla stanza mi ritrovo nuovamente in un ambiente tropicale.

Il problema è un altro,    Continue reading “Quando viaggiare diventa difficile”

Appunti di viaggio, Luoghi

In scooter in giro per Goa

Arrivo a Goa, convinto di arrivare al mio ostello con il semplice passaggio di un tuk-tuk di dieci-quindici minuti, invece capisco subito che a Goa esiste anche un nord e sud Goa; c’è da lavorare; prendi un autobus, prendine altri due, fatti abbandonare nel mezzo del niente più assoluto, perché Goggle Maps mi dava l’ostello molto vicino. E in effetti, quindici minuti a piedi nel buio, per arrivare a questo That Crazy Hostel, che è più il tentativo di avere un nome degno delle pazze nottate Goane che non un vero e proprio marchio di fabbrica dell’ostello. Camerata da diciotto persone, aria condizionata fissa sui -2°, un bel via vai, ma nonostante tutto è abbastanza tranquillo e poi pago 20 euro per passarci 6 notti; si può fare. Noleggio uno scooter per 5 giorni e sono pronto a partire.

E’ bellissimo girare tra le colline, campagne e spiaggia di Goa, ai 20-30 all’ora e guardarsi attorno. Palme e pozze d’acqua ovunque, panorami incredibili tra una vegetazione antica e rigogliosa. Le coste molto popolate, sopratutto da turisti inglesi, russi e israeliani in cerca di sballo a basso costo. Qui tutti girano in scooter, ed è incredibile: anche quando credi di esserti perso nel niente più assoluto, trovi un abitazione, poi incontri bambini che giocano e infine uno scooter con una coppia di turisti che ti sfreccia accanto. Nel mezzo del nulla.

Faccio 280 km in cinque giorni , dentro e fuori tra la costa e l’interno, fermandomi per un tuffo e per mangiare in tutte le spiagge della parte nord di Goa. Dalla famose Anjuna Beach, prima antica sede di hippie europei e poi Calangute e Arambol dove sono andato per surfare,  le spiagge sono covi di feste con musica trance e altro che non mi attizza.

Arambol, primo giorno arrivo e non c’è un’onda. Chiedo alla scuola di surf e mi dicono domani mattina. La mattina dopo le onde erano così grosse, che mi ritiro al bar a fare colazione e rimanendoci tutto il pigro giorno a leggere un libro. La libertà di essere da solo a volte cosa ti regala.

Visito i mercatini del sabato sera di Anjuna e Baga. Frequentatissimi mercatini pieni di spezie, tessuti, bigiotteria, vestiti e ogni altra cosa si possa fabbricare a mano. Chiaramente essendo turistici sono molto cari, ma all’esterno di attrazioni per polli e per gli indiani, come me. Street food in abbondanza, samosa, jalapenos fritti, dahl, varietà di pane. Mi ci tuffo. In entrambi i mercati chiaramente. Non spendo niente per compere di oggetti bellissimi ma che non ha senso portarmi in giro. Quindi spendo solo in cibo.

La pago poco e sto male 4 giorni. Maluccio ecco.

Fatto sta che adesso si torna a fare qualcosa. Per tre settimane in questo caffè con una art-gallery, al suo interno, permacoltura nel grande giardino, bed&breakfast ecostay con case sugli alberi, dove lavorerò tra bar, cucina, giardini, orti e guesthuose. Così per variare.

Nel mezzo del più o meno nulla, a dieci chilometri dalle spiaggie. In un dormitorio aperto tipo un fienile, con delle brande infami per sette volontari da tutto il mondo; ma alla fin dei conti si sta anche bene ed è un bell’ambiente gestito dalla proprietaria indiana architetto/artista e praticamente in autogestione dai volontari.

Poi deciderò dove passare capodanno.

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A spasso per il Rajastan

Dovevano essere venti ore di treno, da Varanasi a Jodhpur, attraversando praticamente tutto il continente indiano da est a ovest; ma come sempre in India i treni partono e arrivano in ritardo…così parto in ritardo di dieci minuti, arrivo in ritardo di cinque ore.

Il tour del Rajastan decido di farmelo a piacimento e non seguendo i consigli di siti internet e agenzie varie; ovviamente sbagliando e complicandomi la vita. Da qua in avanti mi informerò un pò di più. Continue reading “A spasso per il Rajastan”

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La meraviglia dell’Uttar Pradesh: Agra e il Taj Mahal

Arrivo a Agra, città dell’Uttar Pradesh.

Mi aspetto un po’ più calma, e in effetti la città essendo più piccolina è un po’ più vivibile. Dai 26 milioni di abitanti di Nuova Delhi, passo ai soli 1,5 milioni di Agra, non che sia esattamente un paesino…l’aria anche qua comunque è pesante e girare in tuk-tuk non aiuta certo a purificare i polmoni; sto pensando di comprarmi una mascherina oppure di spostarmi abbastanza velocemente a ovest o sud. Mi dicono che la situazione è più o meno la stessa in tutte le città del nord. Quando la sera mi soffio il naso scende catrame e  volte sulle strade diventa difficile anche solo respirare normalmente. Non è questo che sto cercando.

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Delhi, prime impressioni e fuga

Non è esattamente un atterraggio morbido quella a New Delhi. Solo tre giorni fa ero comodamente spiaggiato in Mozambico circondato da palme, profumi tropicali e persone amichevoli.

Arrivo a New Delhi e già al trasferimento aereo-aereoporto mi aspetta solo smog e nebbia. Aria pesante e irrespirabile. Fila per il visto, timbro sul passaporto, un prelievo al bancomat, faccio un sim card indiana e seguendo i consigli trovati online prendo un taxi prepagato per evitare truffe.

E invece le truffe sono dietro l’angolo. Continue reading “Delhi, prime impressioni e fuga”

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Vilanculos e Bazaruto – lost in paradise

E così sono arrivati i miei genitori a trovarmi. Credo che abbiano capito che se tornerò a casa, non lo farò poi così presto; che se vogliono vedermi devono venire a trovarmi dove sarò. E molto bene così, visto che con loro c’è stata la possibilità di far un pò il turista e visitare nuovi e magnifici luoghi che da solo non avrei visitato per restare nel budget previsto.

E così dopo qualche giorno di ambientamento tra Maputo e Tofo, ci spostiamo comodamente in macchina verso nord per arrivare a Vilanculos. Attraversiamo paesaggi completamente nuovi, chilometri e chilometri tra colline e pianure ricoperte solo da palme da cocco; avvicinandosi a Vilanculos, il paesaggio si fa un pò più arido e cominciano a spuntare i grandissimi baobab, Continue reading “Vilanculos e Bazaruto – lost in paradise”

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La mia prima vera missione africana

Ebbene si! E’ già arrivato il momento del primo rinnovo del visto e….sorpresa!!

Parto da Tofo con Susanne, un amica tedesca, e con Joao, un ragazzone locale con i dreadlock, per andare agli uffici della migrazione per rinnovare il visto. Al porto di Inhambane saliamo su una barca (tipo quelle che fanno la traversata Libia-Italia carichi di persone per capirci) e attraversando la baia di Inhambane arriviamo in poco tempo a Maxixe, il centro economico della provincia.

Joao ci accompagna alla migrazione, Susanna rinnova subito, mentre io mi sento dire dalla ragazza che ci accoglie che non può rinnovare il mio visto e che l’unica possibilità per me di stare ancora un pò di tempo qua in Mozambico è uscire da una delle frontiere e rientrare richiedendo un visto nuovo. Continue reading “La mia prima vera missione africana”

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Chi sono e perché un blog?

Mi presento! Sono Luca Valt, classe 1983. Sono laureato in Economia e gestione aziendale, ma il mio curriculum svaria dal manovale, al benzinaio, al commesso di negozio, poi ho fatto il contabile, l’import manager, l’analista per investimenti nel settore fotovoltaico, operaio nel settore alimentare…non ho mai amato la routine, ma adoro fare e vedere cose nuove.

Vivo a Predazzo, tra le magnifiche dolomiti trentine; appena riesco a mettere via due soldi, amo partire e visitare il mondo, spesso in solitaria.

Nell’ultimo anno mi sono accorto che il tempo vola davvero, e ho deciso di dare priorità ai miei sogni: vedere il mondo con lentezza. Ho rassegnato le dimissioni da un posto di lavoro che in tanti giustamente mi invidiavano e con l’aiuto di un paio di carissimi amici ho dato vita al mio progetto: almeno un anno di esperienze nuove in giro per il mondo tra viaggio e lavoro occasionale.

Perché questo blog?

Mi è sempre piaciuto raccontare agli amici, parenti e conoscenti le avventure vissute in viaggio negli anni passati. Sono esperienze che tutti vorrebbero fare, ma non tutti hanno la possibilità di farle. Dopo i miei ultimi due viaggi in Africa e in India, ho sentito il bisogno di fare una esperienza che vada oltre alle classiche due settimane di ferie, di vivere la gente e vivere i luoghi meravigliosi che esistono sul nostro pianeta, con una lentezza che non ho mai avuto la possibilità di avere. E visto che ci sono, posso far vedere alla gente che non può vederlo con i propri occhi com’è il mondo là fuori. Perché una cosa è raccontare, una cosa è la possibilità di far vedere. Io cercherò di fare entrambe le cose per quanto mi sarà possibile .

Il nome del blog, SENZA POSTO FISSO, l’ho trovato perfettamente in grado di sintetizzare il mio stato mentale di wonderlust, ossia di viaggiatore/sognatore senza mete, e il mio stato concreto attuale, quello di lavoratore senza posto fisso.

Mi piace viaggiare “all’avventura” zaino in spalla, non mi sento un turista ma un viaggiatore, un piccolo esploratore, mi piace seguire non solo le principali mete turistiche ma anche quelle remote e insolite.

Non sarò il nuovo Marco Polo, ma qualcosa da raccontare la avrò anch’io.  Se volete oltre al blog, c’è la pagina INSTAGRAM (www.instagram/senzapostofisso/)dove posterò le mie foto più o meno ogni giorno!