Pensieri

Minimalismo di viaggio e di vita. Quando meno equivale a di più.

Minimalismo di viaggio e di vita. Quando meno equivale a di più.

Sono quattrocentotrenta giorni (430!)  che sono in cerca di qualcosa di diverso. Nove mesi in due diverse fasi in Mozambico, due mesi in India, un po’ di Sri Lanka, un po’ a casa a ricaricare le batterie. Cosa ho imparato? Troppe cose, ne ho viste troppe e me ne ricordo troppo poche probabilmente.

Ho imparato a comunicare con le persone anche quando non parliamo una lingua comune, ha capire gli sguardi, i suoni e le gestualità, ho imparato a muovermi e ad arrangiarmi, a viaggiare e a adattarmi, a mangiare in maniera sana e più possibile naturale, a vivere con poco e in maniera semplice. Ho imparato a stare tra la gente.

Questo articolo è anche per chi mi chiede, ma i soldi per viaggiare, dove li trovi?

Stavo pensando a quanti oggetti inutili, praticamente inutilizzati che ho a casa, nell’ordine confuso della mia camera; quanti soprammobili e cianfrusaglie, centinaia di cd copiati, a prendere polvere sopra le mensole, cd-rom e dvd, riviste, sistema dolby-surround dimenticato da anni, libri, cavi e cavetti elettronici, telefoni vecchi nei cassetti con caricatori di tutti i tipi da quello del Nokia del 1998 a l’ultimo che ho dovuto abbandonare per “raggiunta età di pensionamento”, ho addirittura una colonna di un vecchio computer che usavo più di 15 anni fa.

Tutta roba comprata in un giorno in cui ero certo sarebbe servita e poi abbandonata li…probabilmente pronta per partire un giorno e andare a fare parte di una discarica abusiva in Campania.

In quindici mesi zaino in spalla sto imparando quanto possedere pochi oggetti semplifichi la vita. E non ci serve niente altro per vivere in maniera essenziale. Il piccolo principe diceva che l’essenziale è invisibile agli occhi; i nostri occhi sono ciechi e coperti dall’inessenziale che riempie le nostre vite. L’essenziale sta appena oltre, non è invisibile.

Quanti vorrebbero una casa più grande di quella che già possiedono? Non avrebbero bisogno di niente di più, ma potendo la vorrebbero cambiare, la vorrebbero più grande con più camere, più bagni. Tante stanze da riempire poi con oggettistica varia, materiale di design, tanti armadi da riempire con vestiti da usare almeno una volta, abbandonare nella polvere di uno scatolone e poi da li a qualche anno inviare alle missioni (e poi io li compro qua ai mercati deli vestiti di seconda mano inviate dall’Europa per i poveri in Africa, a volte ancora con l’etichetta e il prezzo…spesso di marca – ho comprato una camicia Tommy Hilfiger con etichetta e tagliandino e un costume della Quicksilver a 3 euro l’uno, in Africa non possono che dirvi grazie per questo..) per riempire nuovamente l’armadio con i nuovi vestiti di moda in quel momento. Computer, Ipod, Ipad, I-techcazzate di qualsiasi tipo ci circondano e ce ne circondiamo convinti in questa maniera di renderci la vita migliore e con più tempo. Ahhh, la tecnologia, inventata per farci recuperare tempo, ce ne fa perdere sempre di più.  Poi quando la casa è piena di cazzate e non c’è più posto non preoccupatevi, compriamone una più grande così possiamo riempirla con altre nuove.

Questo vuole chi comanda il “mondo”. Consumatori, non persone.

Quanto più semplice potrebbe essere la nostra vita se tutte queste cazzate non le possedessimo?

Alice: “Volevo solo chiederle che strada devo prendere.”
Stregatto: “Tutto dipende da dove vuoi andare.”

Sono sempre senza soldi”, è una scusa da evitare quando si ha il vizio di riempirsi casa e tasche di cose inutili. Meno spendiamo in cazzate più denaro abbiamo da spendere in “investimento” per noi stessi avremo. Quante volte da gente che lavora da anni a tempo pieno, sento dire che non possono andare in vacanza per una settimana o due all’anno; con Iphone X nella tasca dei suoi nuovi Armani con cintura di Calvin Klein, con scarpe Prada e calzini disegnati dal rapper di tendenza, mentre fanno colazione al bar giocando alle slot si lamentano, e elencano gli otto aperitivi e le tre cene già programmate per le prossime due settimane. La somma in $$$ delle ultime tre righe fa due mesi per due persone su una spiaggia deserta in Mozambico, o in Asia, in viaggio di due settimane degli US, tre grosse rate del mutuo……scelte.

Non so proprio come vestirmi, ho l’armadio pieno, ma niente che mi stia bene, dovrei fare shopping…”. A – I – U – T – O ! ! ! Mi alzo la mattina e scelgo tra i tre pantaloncini, le cinque magliette che ho nel mio zaino-armadio  e esco di casa. Ah, oggi ho proprio dovuto spendere altri tre euro, ho dovuto cambiare le mie uniche scarpe, le infradito. Sono a posto per alcuni mesi con la scarpiera. Non sarò figo come David Beckam, ma…mah.

Non ho mai tempo per me, non riesco neanche a leggere un libro, non ho davvero mai un minuto di tempo”, detto a qualcuno di fronte a lui, ma senza guardarlo negli occhi. Testa abbassata sullo schermo del telefonino a “scrollare” Facebook, Instagram, Snapchat, video-tutorial per i quali non ci prenderemo il tempo per mettere in pratica il contenuto. Parla solo dei video di Belen in vacanza, del calciatore sullo yacht che fuma sigari e beve whisky, dell’ultima tendenza di Youporn su Twitter e del fatto che sta guardando tre serie tv in contemporanea e che vorrebbe vedere anche questa e quell’altra ma non ha tempo. Vorrebbe troppo andare allo stadio a vedere la partita ma già paga 70 euro al mese per l’abbonamento di Sky e Netflix e allora meglio vederla dal divano, così ogni due minuti posso controllare le notifiche del cellulare senza troppa confusione attorno.

Dedichiamo più tempo a comprare, muovere, spolverare, spostare, immagazzinare in soffitta, per poi spostare in discarica, che non nell’effettivo uso degli oggetti che compriamo. Sono realmente utili allora? Prima di fare un acquisto dovremo pensare qualcosa tipo “Cosa potrei fare di diversamente utile per me stesso con quei soldi se non li spendessi adesso? Mi serve davvero??Cosa farei di diverso con il tempo che dedicherei altrimenti a questo acquisto?”. Scelte.

Ci sarebbero diverse altre domande di natura etica da farsi prima di acquistare, ma questo è un altro argomento molto più grande e profondo…informarsi a riguardo è anche qua una questione di scelte.

Qua vivo con quattro lampadine in casa, tre prese elettriche, un piccolo frigo e un piccolo boiler. Uno zaino con tutta la mia vita. Vestiti, accessori elettronici, musica, qualche libro, una grammatica portoghese, un’amaca e una piccola chitarra con le corde di nylon regalata da un amico e che apprezzo come fosse la Takamine dei miei sogni. Sono libero e incontro persone libere che la pensano come me.

Credo che questa così sia la vita giusta per me, la vita facile, una vita senza troppe preoccupazioni economiche, una vita felice, fatta di persone reali e posti reali. Di camminate, respirare all’area aperta, col tempo di leggere all’ombra di una palma in spiaggia o di un abete nei boschi di casa, di grandi conversazioni sopra la vita e sopra le persone, visioni differenti provenienti da radici e culture differenti.

È questione di scelte. E spesso di difesa del proprio status sociale acquisito se vogliamo (è tanto vero quanto fa ridere se ci pensate!). Ognuno faccia la sua scelta, ma ci pensi prima in quello che perde o guadagna. Potreste trovare tempo e soldi di venirmi a trovare! O di fare qualcosa molto migliore di venirmi a trovare.

Tante persone fanno scelte diverse. Ognuna con le sue proprie ragioni. Chiaramente con le proprie e giuste ragioni. Il “giusto”, che è sempre soggettivo, ma sarebbe bello non lo fosse. Su un libro ho trovato che – una cosa è “giusta” quando tende a preservare l’integrità, la stabilità e la bellezza della comunità -, così sarebbe bello che fosse, per tutti.

Finisco con una frase che ho sottolineato su un libro letto da poco, “Marx si è sbagliato in tutto quello che ha detto a proposito del comunismo, ma aveva totalmente ragione in ciò che aveva scritto riguardo al capitalismo”. Ognuno la legga come gli pare.

P.S. mi permetto di dare a tutti un consiglio. Prendete adesso in mano il vostro telefonino, cancellate le app che vi fanno perdere tempo come Facebook, Instagram, Twitter, Snapchat e tutte le altre turbo-cazzate sulle quali ci passate semi-inconsapevolmente ore tutti i giorni. Solo dal tempo che recupererete una volta che vi sarete disintossicati – già vi vedo a prendere in continuazione il telefono in mano, non trovare le app e terrorizzati pensare se non sia il caso di scaricarla di nuovo sul cellulare…-, vi renderete conto di quanto altro tempo utile potrete trovare se scegliete bene cosa fare e cosa no. L’utilità è come la scelta giusta, soggettiva. Sta a voi, restare in Matrix o cercare di uscirne.

 

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