Pensieri

Minimalismo di viaggio e di vita. Quando meno equivale a di più.

Sono quattrocentotrenta giorni (430!)  che sono in cerca di qualcosa di diverso. Nove mesi in due diverse fasi in Mozambico, due mesi in India, un po’ di Sri Lanka, un po’ a casa a ricaricare le batterie. Cosa ho imparato? Troppe cose, ne ho viste troppe e me ne ricordo troppo poche probabilmente.

Ho imparato a comunicare con le persone anche quando non parliamo una lingua comune, ha capire gli sguardi, i suoni e le gestualità, ho imparato a muovermi e ad arrangiarmi, a viaggiare e a adattarmi, a mangiare in maniera sana e più possibile naturale, a vivere con poco e in maniera semplice. Ho imparato a stare tra la gente.

Questo articolo è anche per chi mi chiede, ma i soldi per viaggiare, dove li trovi?

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Luoghi, Persone

Vitoria, donna del mercato

Nessuno arriva al mercato per la prima volta e va a mangiare dalle donne del mercato. Se non ti ci porta qualcuno difficilmente ci arrivi, e la diffidenza non ti aiuterà nell’avvicinarti spontaneamente a un angolo nascosto tra le lamiere delle baracas che può apparire un po’ losco o perlomeno non propriamente un ristorante che passerebbe un qualsiasi controllo igienico-sanitario in una qualunque parte “fortunata” del mondo.

Per arrivare alle donne del mercato bisogna aggirare il venditore di ciabatte infradito e sigarette, passare tra il mercato della frutta e verdura e la baraca di Paulo, che si occupa di ricariche telefoniche, cambio valuta, e chissà che altro e infilarsi tra due pareti di mattoni in un passaggio largo un metro con delle onduline di lamiera malamente appoggiate in cima a creare un tetro arco di benvenuto, e una piccola chicane per lo strettissimo passaggio che fa da ingresso al ristorante del mercato.

È il ristorante che si permettono anche i locali, raramente ci sono turisti che passano di qua, Continue reading “Vitoria, donna del mercato”

Appunti di viaggio

Storie vere di ordinaria follia: anche questo è il mondo

Giovedì 12 ottobre 2017, finirà tra le date che non scorderò. Ero a Maputo, ma poteva succedere a Trento, Milano, Londra, Parigi e in qualsiasi città definita sicura, dove queste cose succedono tutti i giorni.
Ore 3:30 ci svegliamo e ci alziamo per andare a prendere la macchina, che per non lasciarla piena di spesa in strada, è parcheggiata in un posto sicuro a dieci minuti di cammino nella “zona bene” di Maputo. Dovevamo partire per Tofo, e fare circa 7 ore di macchina; eravamo di buonumore mentre scendevamo in ascensore dal 24 piano del Palazzo Vermelho di Maputo, dove eravamo ospiti di amici francesi. Siamo scesi in strada tranquilli e ridendo, commentando come l’ingresso di uno dei migliori hotel di Maputo, il Cardoso, abbia un ingresso che sembra quello di un cinema con il perfetto spazio illuminato per le locandine ai lati della maestosa entrata. Non c’era un’anima viva per strada. Continue reading “Storie vere di ordinaria follia: anche questo è il mondo”

Appunti di viaggio, Pensieri

Un biglietto di sola andata

Quando ho comprato il biglietto di sola andata per il Mozambico, credevo di stare massimo tre o quattro mesi. Sono qui da quasi cinque e la vita è talmente bella che ho deciso di rimanerci altri trenta giorni. Credevo di fare un giretto in Africa, metterci il naso e virare verso l’Asia; invece che metterci solamente il naso però mi ci è caduto dentro il cuore, e quando partirò da qui una buona parte del mio cuore sarà piena di persone, luoghi e colori che sto vivendo molto intensamente.

Da due settimane dormo in tenda su una duna di sabbia con vista sull’oceano in mezzo alla fitta vegetazione. Mi alzo la notte per fare pipì e mi godo il cielo blu scuro senza luna con le stelle che illuminano il silenzio. Se non fosse per i mosquitos affettuosi sarebbe tutto perfetto. Mi addormento che ne vedo un paio magri, mi sveglio con un branco di ciccioni in tenda. Sangue del mio sangue.

Ieri ho fatto domanda di visto turistico per l’India, a partire dal 15 novembre, in teoria per un massimo di 180 giorni. Più che abbastanza credo; nei miei piani iniziali c’erano un paio di mesi di India ma Continue reading “Un biglietto di sola andata”