Quanto è bello svegliarsi la mattina con l’alba che ti scoppia negli occhi salendo dall’oceano con colori magnifici. E poi crogiolarsi un po’ tra sonno e risveglio al prima caldo mattutino. Buongiorno!
Con calma alzarsi e fare colazione con il sole del mattino in faccia. Senza fretta alcuna. Frutta fresca e dolce, caffè. Solo il silenzio e il miagolio affamato del gatto a farmi compagnia e ad apprezzare con me quel silenzio, e ad apprezzare il semplice essere lì in quel momento e godere di tutto ciò. Fortunata coincidenza che la vita ci ha dato come opportunità. Furbo il gatto a coglierla e fortunato io.
Leggere per ore sullo scalino della veranda, guardare l’oceano e ad ascoltare il soffio del vento.
Poi prendere, partire e camminare senza una meta precisa. Perdersi in sentieri isolati tra piccoli villaggi e piccoli bambini curiosi che ti salutano da lontano, tra palme, orti ordinati e la laguna, piena di piccoli fiori simili a fiori di loto che crescono sull’acqua tra alti canneti. Bambini che pescano con una lenza senza esca. Ma incredibilmente li vedo pescare pesciolini di un paio di centimetri e esultare fieri mostrandomi il risultato di tanta fatica.
Mi trovo ad attraversare un bellissimo ponte di legno che rimanendo poco sopra l’acqua, attraversa l’acquitrino e mi ributta a camminare tra le dune non lontane dall’oceano, tra lodge abbandonati e sperduti, tra montagne di sabbia e cespugli.
Poi tornare sulla spiaggia dove le onde alte e potenti, urlano la loro foga e la loro energia. L’odore del mare è forte, dolce, aspro e allo stesso tempo meravigliosamente romantico; la pioggia che inizia a cadere e il vento fresco non mi rendono meno felice. Faccio un tuffo tra le onde dell’oceano freddo, poi mi rilasso sulla spiaggia cercando di asciugarmi seduto sulla sabbia. Sotto la pioggia.
Mi viene fame, approfitto di un ristorante sulla spiaggia. Una merenda-cena godendo del magnifico tramonto rosa e arancione tra le nuvole scure. Seduto comodamente tra ampi cuscini su divanetti posti sulla sabbia. Pesce fresco e birra fresca. Squisito.
Riprendo a camminare e poi nel buio africano, trovo un passaggio su una carretta a 4 ruote. Al posto del passeggero una ragazza allegra con una birra in mano canta i ritornelli della musica locale che passa l’autoradio. Comunque mi riporta sano e salvo a Tofo; glielo auguro ma non ho la certezza che davvero riuscirà a tornare a casa assieme alla macchina stasera.
Arrivo a casa stanco, mi metto sull’amaca e chiudo gli occhi ridendo un po’. Mi risveglio mezz’ora più tardi rido e vado a dormire.
La gente pensa che qua non si lavora, ma questo è stato il vero primo giorno libero da quando sono arrivato in Mozambico. Puro godimento.